Regione: Toscana, Emilia Romagna
Con i suoi 36.483 ettari, costituisce una delle ultime roccaforti delle antiche foreste europee, lussureggianti e ininterrotti manti verdi con faggi plurisecolari, abeti bianchi e numerose altre specie. Al suo interno sono presenti ben quattro Riserve Integrali (di Sassofratino, della Pietra, di Monte Falco e di Monte Penna), cioè aree in cui le interferenze antropiche sono ridotte al minimo, per assicurare il massimo grado di naturalità agli ecosistemi. Queste foreste ospitano una fauna ricchissima, dai grandi vertebrati (lupo, cervo, daino, capriolo, cinghiale e muflone), agli uccelli (oltre 100 specie nidificanti), gli anfibi, i rettili ma anche insetti, tra cui la rara rosalia alpina, protetta e minacciata a livello europeo, legata a boschi di faggio particolarmente ben conservati. Oltre alle foreste, nel Parco sono presenti praterie d’alta quota molto ricche di specie vegetali rare.
Le specie
Viola di Eugenia

Foto di Franco Rossi – da Acta Plantarum

Foto di Attilio Marzorati – da Acta Plantarum
Questa piccola viola si distingue per avere un lungo sperone (organo del fiore che contiene il nettare) e una corolla che, vista frontalmente, ha un profilo più o meno quadrato, a causa dei larghi petali che tendono a sovrapporsi. La corolla, solitamente viola, può essere anche gialla o biancastra.
Nome scientifico
Viola eugeniae Parl.
Famiglia
Violaceae
Ambiente
Vive nei pascoli sassosi d’altitudine, dove i boschi non riescono a crescere. È endemica (ovvero si trova solo nell’area) dell’Appennino centrale.
Categoria di rischio d’estinzione
LC (Least Concern = A minor rischio) a livello globale
Lo sai che
Questa viola deve il suo nome a Eugenia Crippa, moglie di Filippo Parlatore (1816 – 1877), importante botanico italiano e primo descrittore di questa specie che dedicò alla consorte. Viola eugeniae è stata scelta come specie simbolo della Società Botanica Italiana.
Anemone con fiori di narciso

Foto di Ettore Guarnaroli – da Acta Plantarum

Foto di Marinella Zepigi – da Acta Plantarum
Il carattere distintivo di questo appariscente anemone sono i bianchi fiori che a primavera inoltrata emergono a gruppi (in ombrelle apicali di 3-8 fiori) da rizomi sotterranei, colorando i pascoli di crinale di Alpi e Appennini. I fiori sono bianchi internamente e screziati di rosa all’esterno.
Nome scientifico
Anemonastrum narcissiflorum (L.) Holub
Famiglia
Ranunculaceae
Ambiente
Vive nei pascoli d’alta quota, fino a 2500 m e in Italia si trova sulle Alpi e sull’Appennino centro-settentrionale.
Categoria di rischio d’estinzione
Non valutata.
Lo sai che
Il nome della specie indica la somiglianza dei fiori grandi e e appariscenti con quelli del narciso (“con fiori simili a narcisi”), ma in realtà Anemonastrum narcissiflorum è un parente più prossimo dei ranuncoli che dei narcisi, appartenenti alla famiglia delle Amaryllidaceae. A. narcissiflorum insieme all’aquilegia di Lucca, Aquilegia lucensis (Ranuncolaceae), forma un’esclusiva formazione delle cenge marnose rinvenibile solo sull’Appennino Tosco-Emiliano (Aquilegio lucensis-Anemonastretum narcissiflorae Tomaselli 1994 ex Tomaselli et al. 2019).