Regione: Abruzzo
Grazie alla posizione privilegiata e al fatto che oltre metà dei 62.838 ettari dell’area protetta si trovano al di sopra dei 2000 m di quota, il Parco Nazionale della Majella è noto per i panorami stupefacenti, che spaziano dal Gargano al Conero. Gli ambienti, prettamente montani, comprendono arbusteti, foreste, zone umide e praterie con stupende fioriture, oltre a numerose grotte di origine carsica. Una flora ricchissima, con oltre 2300 specie di piante, e una fauna che comprende molte delle più rare specie in ambito appenninico, come l’orso bruno marsicano, il lupo (simbolo del parco), il camoscio. Da segnalare anche la presenza del piviere tortolino, un raro uccello della tundra artica che sulla Majella nidificava almeno fino agli anni ’90, ma che ancora può essere osservato sugli altipiani sommitali durante il periodo migratorio.
Le specie
Adonide curvata

Foto di Ettore Guarnaroli – da Acta Plantarum

Foto di Marinella Miglio – da Acta Plantarum
Pianta erbacea alta fino a 20 cm, con portamento allargato, che tende a formare lassi cespugli a cuscinetto. Le foglie sono divise in lacinie sottili, mentre i fiori, grandi e appariscenti, sono di colore giallo vivo.
Nome scientifico
Adonis distorta Ten.
Famiglia
Ranunculaceae
Ambiente
Vive su rupi e pendii detritici calcarei, da 2000 a 2500 m di quota, sull’Appennino centrale, dove è endemica.
Categoria di rischio d’estinzione
EN (Endangered = Minacciata) a livello globale.
Lo sai che
Secondo la mitologia classica, l’adonide sarebbe un fiore nato dal sangue di Adone, figura della mitologia greca, bello per antonomasia, da cui deriva anche il nome del genere (Adonis); il termine distorta, invece, si riferisce al portamento spesso ricurvo del fusto della specie. Adonis distorta è una specie d’interesse comunitario, la cui presenza richiede l’istituzione di zone speciali di conservazione e una protezione rigorosa (Direttiva “Habitat” 92/43/CEE). Vive in nuclei con pochi esemplari e isolati tra loro, quindi i fattori di minaccia, anche circoscritti, possono avere effetti molto gravi sulla specie. In particolare, può essere minacciata da una fruizione non sostenibile degli ambienti in cui vive con un eccessivo calpestio, innesco di movimenti franosi e raccolte indiscriminate. Come specie microterma (cioè amante del clima freddo), è sensibile agli effetti dei cambiamenti climatici.
Astragalo dell’Aquila

Foto di Franco Fenaroli – da Acta Plantarum
Pianta erbacea alta fino a 50 cm, con fusto legnoso alla base e foglie divise in piccoli segmenti. La corolla è giallo sulfurea, mentre il frutto è costituito da un piccolo legume, leggermente falcato, coperto di piccoli peli.
Nome scientifico
Astragalus aquilanus Anzal
Famiglia
Fabaceae
Ambiente
Specie che predilige siti ben esposti al sole e vegeta preferibilmente in prati aridi esposti a meridione inclusi i margini stradali, meno frequentemente si ritrova in formazioni boschive rade.
Categoria di rischio d’estinzione
EN (Endangered = Minacciata) a livello globale
Lo sai che
Questa specie è endemica dell’Appennino centrale e meridionale ed è stata scoperta soltanto nel 1967. È una specie d’interesse comunitario, la cui presenza richiede l’istituzione di zone speciali di conservazione e una protezione rigorosa (Direttiva “Habitat” 92/43/CEE). Le principali minacce per A. aquilanus sono esercitate dalle attività antropiche che determinano calpestio, abbandono di rifiuti, raccolte indiscriminate e alterazioni ambientali. Il Parco della Majella, con il progetto “Floranet”, cofinanziato dall’UE nell’ambito del Programma per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE), ha portato avanti una serie di azioni di rafforzamento delle popolazioni di A. aquilanus sul suo territorio con risultati incoraggianti: da semi raccolti nelle popolazioni naturali, le piante sono state riprodotte nei giardini botanici del Parco, e poi inserite nell’ambiente naturale nei siti idonei sia per aumentare la consistenza numerica dei nuclei della specie sia per crearne di nuovi.