Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Regione: Marche – Umbria

 

Ricco di luoghi che, anche nei loro nomi, evocano leggende e antichi riti magici, il parco dei Monti Sibillini occupa quasi 70.000 ettari, prevalentemente in territorio marchigiano. Tra gli ambienti principali vi sono quelli boschivi e, alle quote maggiori, i pascoli montani, ricchi di specie vegetali e animali. Tra questi si possono citare il lupo, il raro gatto selvatico, il camoscio appenninico, ma anche l’aquila reale e il gufo reale. Particolari anche gli ambienti lacustri d’alta quota, come il Lago di Pilato, relitto glaciale e unico rifugio del chirocefalo di Marchesoni, un piccolo crostaceo endemico di questo lago.

 

Sito ufficiale

Le specie

Stella alpina dell’Appennino

Foto di Gianleonardo Allasia – da Acta Plantarum

Foto di Maria Grazia Lobba – da Acta Plantarum

Minuscola piantina, alta appena 1-3 (raramente 5) cm, interamente ricoperta da densi peli che conferiscono un colore bianco-grigio alla pianta. Per via del colore e delle piccole dimensioni, risulta ben mimetizzata tra le pietre. I fiori, minuscoli e gialli, sono portati da piccoli capolini che sono quasi del tutto avvolti nella lanuggine al centro della “stella”.

Nome scientifico
Leontopodium nivale (Ten.) É. Huet & A. Huet ex Hand.-Mazz.

Famiglia
Asteraceae

Ambiente
vive nelle pietraie e ghiaie calcaree di alta quota, tra 2300 e 2800 m.

Categoria di rischio d’estinzione
NT (Near Threatened = quasi a rischio) in Italia.

Lo sai che
Affine alla più famosa stella alpina o edelweiss, diffusa nelle Alpi, questa piccola pianta è in realtà più strettamente imparentata con alcune stelle alpine del Montenegro, che infatti sono attribuite alla stessa specie. L’Appennino centrale e il Montenegro sono le uniche aree di presenza al mondo di Leontopodium nivale, specie anfiadriatica (presente su entrambe le sponde dell’Adriatico) e subendemismo italiano (entità presente soprattutto nell’area italiana, ma con limitati sconfinamenti in territori vicini).

Serratula con foglie di erba-sega

Foto di Enzo De Santis – da Acta Plantarum

Foto di Enzo De Santis – da Acta Plantarum

Pianta erbacea alta fino a 60 cm, con foglie di forma variabile: salendo dalla base verso la parte alta della pianta le foglie sono via via più incise fino a quasi completamente divise. Ogni fusto porta di solito un solo capolino, che racchiude numerosi piccoli fiori rosa, all’apice di un lungo peduncolo privo di foglie.

Nome scientifico
Klasea lycopifolia (Vill.) Á. Löve & D. Löve

Famiglia
Asteraceae

Ambiente
Questa specie predilige siti ben esposti alla luce del sole e vegeta sia in praterie aride sia in praterie più umide di zone montane, gestite normalmente come prati da sfalcio o prato-pascoli, su calcare, tra 500 e 1800 m di quota.

Categoria di rischio d’estinzione
NT (Near Threatened = quasi minacciato) in Italia.

Lo sai che
In Italia la specie è nota in popolazioni talvolta anche abbondanti, ma relativamente isolate fra loro, quindi ogni fattore di minaccia può avere conseguenze negative e portare alla perdita dei singoli nuclei che non riuscirebbero a ricostituirsi a causa della lontananza delle altre popolazioni. I fattori di minaccia maggiori sono legati all’abbandono delle tradizionali pratiche agro-pastorali (che hanno mantenuto gli ambienti prativi aperti nel tempo) e ad azioni antropiche quali sfalci anticipati,calpestio e pascolo eccessivo. Klasea lycopifolia è protetta a livello europeo ed è considerata d’interesse prioritario ai sensi della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE, la sua presenza richiede l’istituzione di zone di conservazione speciali e una protezione rigorosa.