Regione: Sardegna
Il parco comprende l’intero arcipelago di La Maddalena nel Nord-est della Sardegna, costituito da 62 isole e isolotti, per una superficie di circa 20.000 ettari, di cui tre quarti relativi ad habitat marini. Gli ambienti terrestri più tipici sono quelli legati a spiagge, scogliere e dune sabbiose, ma anche garighe e macchie mediterranee. La flora conta oltre 700 specie, di cui circa un quarto endemiche. La fauna è strettamente legata all’ambiente marino, con pesci come le cernie brune e corvine, molluschi minacciati come la nacchera, uccelli marini, tartarughe marine, fino ai grandi cetacei: tursiopi, capodogli e balenottere comuni.
Le specie
Silene vellutata

Foto di Marco Iocchi – da Acta Plantarum
Pianta suffruticosa, cioè con basi legnose e lunghi rami erbacei, pubescente per la presenza di uno strato di peli piuttosto denso. I fiori sono portati da rami allungati, hanno petali da rosa pallido a violaceo, spesso arrotolati.
Nome scientifico
Silene velutina Pourr. ex Loisel.
Famiglia
Caryophyllaceae
Ambiente
Vive sulle rupi marittime e scogliere, su granito, a livello del mare.
Categoria di rischio d’estinzione
NT (Near Threatened = quasi minacciata) in Italia e a livello globale.
Lo sai che
Silene velutina è un endemita sardo-corso, presente sia nella Sardegna settentrionale sia nella Corsica centro-meridionale e isole circostanti. È una specie la cui conservazione è prioritaria a livello europeo, che merita l’istituzione di zone speciali di conservazione e una protezione rigorosa (Direttiva “Habitat” 92/43/CEE). Sebbene sia una specie perfettamente adattata a vivere in ambienti abbastanza ostili (salsi, aridi e assolati), risente dell’impatto antropico che pone delle minacce alla conservazione della specie e del suo habitat sia attraverso l’eccessivo calpestio legato alla frequentazione turistica degli ambienti dove vive, sia a causa dell’introduzione di specie esotiche invasive come il sudafricano fico degli Ottentotti (Carpobrotus spp.).
Spergularia con radice robusta

Foto di Gallieno Corona – da Acta Plantarum

Foto di Gallieno Corona – da Acta Plantarum
Piccolo cespuglietto erbaceo, alto fino a 12 centimetri, con numerosi rami coperti di minute ghiandole. Le piccole foglie sono carnose, perché trattengono all’interno delle riserve d’acqua. A inizio estate produce piccoli fiori bianco candidi.
Nome scientifico
Spergularia macrorhiza (Req. ex Loisel.) Heynh.
Famiglia
Caryophyllaceae
Ambiente
Vive su rupi e sabbie marittime.
Categoria di rischio d’estinzione
EN (Endangered = Minacciata) in Italia
Lo sai che
È una specie endemica della Sardegna settentrionale e della Corsica, ma pare che alcuni nuclei si trovino anche in Puglia. La succulenza delle foglie aiuta la specie a prosperare in un ambiente altrimenti difficile per la vita vegetale, quali sono le aride, salse e assolate sabbie e rupi marine: infatti, le riserve d’acqua nelle foglie aiutano a superare la stagione più secca, così come la loro limitata superficie riduce la perdita d’acqua per traspirazione. Il nome del genere Spergularia deriva dal latino “spargeo”, spargere, diffondere, e si riferisce alla capacità delle piante di questo genere di produrre numerosi piccoli semi che si disperdono facilmente. A tal proposito, i semi delle spergularie presentano spesso una membrana (detta “ala”) che aiuta la dispersione con il vento, sebbene la spergularia a radice robusta costituisca un’eccezione, in quanto i suoi semi sono privi di ala.