Regione: Basilicata
Si tratta di uno dei più giovani parchi nazionali italiani, istituito solamente nel 2007, con 68.996 ettari in buona parte afferenti al bacino del fiume Angro. L’area è montuosa, con vette che raggiungono e superano i 2000 m, ed è caratterizzata da grotte, calanchi, formazioni carsiche e da particolari morfologie fluviali, come le cosiddette “marmitte dei giganti”, cavità emisferiche originate dal movimento dei massi ad opera dei turbini dell’acqua. La fauna legata ai corsi d’acqua è molto ricca, in particolare pesci, anfibi, crostanei e uccelli, ma sono da menzionare anche i mammiferi, come il lupo e l’istrice, e numerosi rapaci diurni e notturni. Le differenze altimetriche, che dai 2005 m del Monte Papa degradano fino ai 300 m della base della Murgia di S. Oronzo e l’eterogeneità ecologica, hanno plasmato nei secoli una natura straordinariamente ricca di biodiversità vegetale. Le aree a più elevata valenza naturalistica ricadono prevalentemente nella fascia fitoclimatica montana che si colloca orientativamente dai 1.000 ai 1.800 m.
Le specie
Cardo niveo

Foto di Franco Caldararo – da Acta Plantarum

Foto di Franco Caldararo – da Acta Plantarum
Pianta erbacea alta fino a 70 cm, con foglie di colore grigio chiaro di sopra e bianco candide di sotto, strette e con i margini dotati di rigide spine giallo dorate, lunghe mezzo centimetro. I piccoli fiori, di colore rosa-porpora, sono riuniti in grossi capolini, ben difesi da numerose brattee pungenti e spinose.
Nome scientifico
Ptilostemon niveus (C. Presl) Greuter
Famiglia
Asteraceae
Ambiente
Ambienti pietrosi (macereti) assolati e aridissimi, tra 1200 e 1900 m di quota
Categoria di rischio d’estinzione
LC (Least concern = minor rischio) a livello globale
Lo sai che
Ptilostemon niveus è un endemismo italiano, presente solo in Basilicata, Calabria e Sicilia. Il nome della specie (‘niveus’) richiama il candore della neve, per il colore candido della pianta, che è conferito da un fitto strato di peli bianchi. I peli aiutano le piante a resistere negli ambienti aridi: creano infatti una sorta di “camera d’aria” che rallenta la traspirazione dell’acqua, inoltre, il colore chiaro riflette la luce solare, riducendo il loro surriscaldamento.
Campanula graminifolia

Foto di Franco Caldararo – da Acta Plantarum

Foto di Franco Caldararo – da Acta Plantarum
Piccola pianta erbacea, talvolta alta solo pochi centimetri, con foglie strette e sottili, simili a “erba” (o meglio alle graminacee che comunemente si indicano come “erba”), da cui il nome scientifico della specie. I fiori, campanulari e di colore lilla, sono portati a gruppi all’apice dei sottili fusti.
Nome scientifico
Edraianthus graminifolius (L.) A. DC. ex Meisn
Famiglia
Campanulaceae
Ambiente
Vive in pascoli sassosi d’altitudine e su rupi calcaree, da 1600 a 2300 m di quota (raramente fino a oltre 2600 m).
Categoria di rischio d’estinzione
LC (Least concern = minor rischio) a livello globale
Lo sai che
Nonostante la somiglianza dei fiori, si distingue dalle “vere” campanule per il tipo di apertura del frutto, una capsula secca che si apre in due parti tramite una fenditura longitudinale per far fuoriuscire i semi (nelle campanule i semi escono da piccoli pori che si formano all’apice o alla base della capsula). È una specie endemica italiana, presente lungo la penisola solo nelle regioni del centro e sud Italia e in Sicilia.