Parco Nazionale dell’Alta Murgia

Regione: Puglia

 

Nel cuore del territorio pugliese, con i suoi 68.033 il Parco è un susseguirsi di praterie aride e boschi mediterranei, intervallati da creste rocciose e ripide scarpate, ma anche numerose formazioni carsiche, come doline, inghiottitoi, cavità. Qui la natura mediterranea si fonde con la millenaria attività umana di pastorizia e agricoltura, producendo paesaggi unici al mondo. A due passi dalle città, l’immensità degli spazi, popolati da piante e animali, crea nel visitatore un suggestivo contrasto.

 

Sito ufficiale

Le specie

Lino delle fate dell’Italia meridionale

Foto di Vito Buono – da Acta Plantarum

Foto di Vito Buono – da Acta Plantarum

Foto di Vito Buono – da Acta Plantarum

Pianta erbacea alta fino a 90 cm, con sottili foglie arrotolate su loro stesse, pelose all’interno. Le infiorescenze, dette spighette, presentano lunghe appendici coperte di peli bianchi che, mosse dal vento, hanno ispirato il nome di “Lino delle Fate”.

Nome scientifico
Stipa austroitalica Martinovský subsp. austroitalica

Famiglia
Poaceae

Ambiente
Vive in prati aridi, steppici, fino a 900 m di quota.

Categoria di rischio d’estinzione
DD (Data deficient = dati insufficienti) a livello globale.

Lo sai che
Come in tutte le stipe, le parti fiorali che avvolgono i semi sono dotate di appendici dette ‘reste’, lunghe fino a 40 cm. Le reste sono coperte di peli che favoriscono la dispersione dei semi tramite il vento. Inoltre sono avvolte a spirale su loro stesse e, una volta cadute a terra, tendono a srotolarsi per poi riarrotolarsi seguendo le variazioni di umidità, imprimendo al seme un movimento “a cacciavite” che ne favorisce la penetrazione nel terreno. Stipa austroitalica subsp. austroitalica è un’entità esclusiva del Sud Italia (Campania, Basilicata, Calabria e Puglia), protetta dalla Comunità Europa (Direttiva “Habitat” 92/43/CEE) in quanto una specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione e una protezione rigorosa. L’epiteto di specie e sottospecie è legato alla sua area d’origine e ancora al vento: “austroitalica” indica il vento che soffia da sud (dal latino “auster” vento australe, che soffia da sud) e il territorio italiano (“italica”).

Mandorlo di Webb

Foto di Vito Buono – da Acta Plantarum

Foto di Vito Buono – da Acta Plantarum

Foto di Vito Buono – da Acta Plantarum

Cespuglio o alberello di 2-3 m, simile al mandorlo coltivato ma con foglie più sottili e con i rami dal caratteristico portamento divaricato, fortemente spinosi. I fiori sono bianchi o rosa chiaro, e si aprono già alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera.

Nome scientifico
Prunus webbii (Spach) Vierh

Famiglia
Rosaceae

Ambiente
Vive in macchie, pascoli, muretti a secco, fino a 600 m di quota.

Categoria di rischio d’estinzione
VU (Vulnerable = Vulnerabile) in Italia

Lo sai che
Il mandorlo di Webb riveste un grande interesse come progenitore selvatico del mandorlo coltivato. Questa specie fa parte delle “Crop Wild Relatives” (CWR), i parenti selvatici delle piante coltivate, la cui conservazione è molto importante in sé, ma anche perché rappresenta la base genetica disponibile in natura per nuove combinazioni geniche potenzialmente utili per creare piante da coltivare più resistenti e adattabili, per esempio, ai cambiamenti climatici o alle malattie. In Italia, Prunus webbii vive solo in Puglia e Sicilia, che rappresentano le aree di distribuzione più occidentali di questa specie del Mediterraneo orientale.  Questa specie è dedicata al botanico inglese Philip Barker Webb (1793-1854), che studiò la flora di molti paesi, tra cui l’Italia; il suo erbario, uno dei più importanti dell’epoca, è conservato a Firenze.