Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Regione: Abruzzo, Lazio, Molise

 

Il territorio del parco, pari a 49.680 ettari, ricade per lo più in Abruzzo e in misura minore in Lazio e Molise. Il territorio è prevalentemente montuoso, con vette che raggiungono i 2200 m, costituendo così dei “rifugi” per specie di animali e piante tipiche di climi freddi che, durante le passate epoche glaciali, si erano spinte fino al sud, dove poi sono rimaste solo sulle montagne più elevate. Molto interessanti sono i fenomeni carsici, per cui molti corsi d’acqua percorrono alcuni tratti sotterranei per poi produrre aree di risorgiva più a valle. La fauna del parco è eccezionale, soprattutto per quanto riguarda i grandi mammiferi: al di là di lupi, cervi, camosci e caprioli, merita una menzione speciale l’orso marsicano, una sottospecie endemica dell’Appennino Centrale. Anche la flora non è da meno, con numerose specie alpine che trovano qui un estremo avamposto meridionale, come la rara orchidea Cypripedium calceolus nota come scarpetta della Madonna.

 

Sito ufficiale

Le specie

Giaggiolo della Marsica

Foto di Maria Grazia Lobba – da Acta Plantarum

Foto di Luciano Capasso – da Acta Plantarum

La pianta produce un rizoma sotterraneo, dal quale nascono foglie piatte e appuntite, glauche, lunghe fino a 50 cm. In primavera vengono prodotti grandi fiori di colore viola scuro, profumati, portati a gruppi di 3-4 da un lungo peduncolo.

Nome scientifico
Iris marsica I. Ricci & Colas.

Famiglia
Iridaceae

Ambiente
Specie eliofila, vegeta in pascoli, pendii rupestri, praterie, arbusteti e radure boschive, variamente esposti ed inclinati, su substrati calcarei, a quote comprese tra gli 825 ed i 1800 m s.l.m.

Categoria di rischio d’estinzione
NT (Near Threatened = quasi minacciato) a livello globale.

Lo sai che
Iris marsica vive esclusivamente sull’Appennino Centrale, ma è protetta a livello europeo dalla Direttiva “Habitat” 92/43/CEE in quanto specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa. La sua conservazione è messa a rischio soprattutto dalla chiusura degli ambienti di crescita dovuta all’abbandono delle tradizionali attività pastorali, oltre che al calpestio e alla raccolta indiscriminata. Come molti altri iris selvatici o coltivati, questa specie produce dei robusti rizomi sotterranei, che fungono da organo di riserva e di protezione delle gemme, grazie ai quali sopravvive sia all’aridità sia ai periodi freddi. Anche se il loro aspetto e la posizione sotterranea fanno sembrare i rizomi delle radici, in realtà si tratta di fusti altamente modificati e specializzati.

Pinguicola della Camosciara

Foto di Gianluca Nicolella – da Acta Plantarum

Foto di Giulio Pandeli – da Acta Plantarum

Piccola pianta “carnivora” le cui foglie, tutte portate alla base della pianta, sono coperte da secrezioni appiccicose con cui intrappola minuscoli insetti. I fiori sono di colore viola cupo, bianchi al centro, e con un tipico sperone appuntito in posizione posteriore, lungo oltre 1 cm.

Nome scientifico
Pinguicula vallis-regiae F. Conti & Peruzzi

Famiglia
Lentibulariaceae

Ambiente
Vive su rupi calcaree umide e stillicidiose, tra 700 e 1000 m di quota.

Categoria di rischio d’estinzione
EN (Endangered = Minacciata) a livello globale.

Lo sai che
Questa piccola pianta vive soltanto nell’area della Camosciara, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Si tratta quindi di un “endemismo puntiforme”: ‘endemismo’ indica che vive soltanto in una specifica area del mondo, mentre ‘puntiforme’ indica che quest’area copre una piccola superficie. Gli endemismi puntiformi, quindi, sono tra le specie più vulnerabili e meritevoli di conservazione al mondo.